Ti ricordi il nostro articolo sull’uso del ciuccio e sui danni connessi al suo utilizzo prolungato oltre i due anni di vita? Se te lo sei perso non preoccuparti, lo trovi qui.
Ti consigliamo di leggerlo perché oggi trattiamo un argomento estremamente parallelo a quello di cui abbiamo parlato in quell’articolo: la suzione del pollice e i problemi che ne possono derivare.
Sappiamo, infatti, che ci sono neonati che si succhiano il pollice invece di utilizzare il ciuccio e, spesso, continuano a farlo oltre il primo anno o i primi due/tre anni di vita per consolazione e piacevole abitudine che li rilassa.
Perché vale la pena dedicare un articolo anche a questa tipologia di abitudine infantile? Perché la suzione del pollice comporta conseguenze solitamente di entità superiore e di complessa risoluzione se comparata al succhiamento del ciuccio, seppur si tratti delle medesime problematiche che trovi descritte nell’articolo dedicato al ciuccio e che riportiamo sotto forma di elenco qui:
Spieghiamo meglio la differenza tra suzione del pollice e suzione del ciuccio rispetto a questi problemi.
Il bambino che succhia il ciuccio stimola la crescita delle ossa facciali in avanti. Questo produrrà, assieme all’influsso genetico, una crescita facciale fisiologica per quel paziente: le caratteristiche facciali ereditate dai genitori non verranno modificate in modo negativo.
Il dito, invece, è uno strumento più ingombrante, rigido e muscolarmente attivo rispetto all ciuccio, il quale si presenta più morbido, inerte, ma soprattutto non sempre “a portata di mano”, dato che può essere sottratto al bambino dai genitori.
Il pollice diventa quindi un disturbo, un ostacolo fisico alla crescita facciale, oltre a presentare l’aggravante di non potersi rimuovere spesso come un ciuccio: è sempre possibile per il piccolo portarlo alla bocca come abitudine, anche a livello inconscio.
Una volta giunto il momento in cui si ritiene necessario rimuovere la suzione del pollice o del ciuccio perché non più funzionali, e cioè durante i primi anni di vita, il bambino continuerà naturalmente il suo sviluppo scheletrico su base genetica.
Tuttavia, in caso di danni causati dall’utilizzo prolungato di questi strumenti, l’abbandono non ne risolverà completamente l’espressione, pur venendo questa mitigata sempre dall’influsso genetico.
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