Oggi sul nostro Magazine indaghiamo un argomento di primaria importanza per i pazienti di tutte le età: la carie dentale.
In particolare, vorremmo soffermarci su due aspetti fortemente correlati: cos’è una carie e come prevenirla.
La carie dentale è una malattia degenerativa dei tessuti duri del dente (smalto, dentina, cemento) ad eziologia batterica e multifattoriale, che origina dalla superficie del dente e procede in profondità, arrivando infine a coinvolgere la polpa dentale mediante un processo infiammatorio (pulpite). Si tratta quindi di quel processo degenerativo che, se trascurato, può provocare una cavità all’interno del dente.
Proviamo a spiegare come avviene questo processo: man mano che i batteri presenti in bocca si accumulano, formano la “placca”, una sostanza appiccicosa che va a ricoprire tutte le superfici dentali, ma soprattutto che si annida in quelle meno pulibili, come gli spazi interdentali.
A seguito di una dieta ricca di carboidrati, la placca può diventare più acida e demineralizzare in quantità maggiore lo smalto dentale, la parte esterna del dente. Ed eccoci giunti alla carie: sulla superficie del dente indebolito si formerà una lesione chiamata “white spot” che avrà le sembianze di una “macchia bianca” e, in caso di progressione nel tempo, arriverà a bucarsi, evolvendo così nella famosa “carie dentale” che tutti conosciamo.
Il processo che porta un dente integro alla “lesione cariosa cavitata” è lento e progressivo nel tempo in presenza di fattori specifici: scarsa igiene orale, dieta disorganizzata, assunzione di farmaci, ecc… Questa evoluzione prevederà il passaggio tra varie manifestazioni ingravescenti nel tempo.
Esistono degli indici visivi che ci permettono di classificare lo stato di avanzamento delle lesioni cariose. Facendo riferimento a uno di questi indici internazionali, avremo questa successione di manifestazioni:
– Smalto sano.
– Lesione bianca o marrone (white o brown spot).
– Ombra grigio – nerastra sottostante lo smalto con o senza cavitazione.
– Cavitazione franca.–
Prima di conoscere quali siano i principali sintomi della carie, vogliamo ricordare che oggi diagnosticare una carie per un professionista è più semplice di una volta: noi in Studio abbiamo a disposizione strumenti diagnostici di ultima generazione che ci aiutano a intercettare carie anche ai primissimi stadi (white / brown spots), per di più senza radiazioni e quindi con assenza di rischi per donne in gravidanza, bambini e pazienti che necessitano frequenti controlli.
I sintomi più frequenti della presenza di carie sono i seguenti:
– Alito cattivo persistente o cattivo sapore in bocca.
– Sensibilità dentale.
– Fastidio/dolore che diventa più forte se il dente è esposto a calore, freddo o cibi e bevande zuccherate.
– Insorgenza di macchie bianche o marroni sul dente.
È fondamentale evidenziare che nelle fasi primarie di evoluzione della carie la sintomatologia sarà totalmente assente dato che lo smalto, la superficie esterna del dente nella quale inizia il processo di demineralizzazione, è totalmente priva di innervazione.
Il paziente inizierà ad avvertire i primi sintomi quando la lesione cariosa penetrerà più in profondità nella dentina innervata. Questi sintomi inizieranno come fastidi sporadici e si faranno man mano sempre più frequenti ed intensi soprattutto se evocati dai fattori elencati qui sopra.
Trascurare queste avvisaglie rifacendosi al vecchio adagio di “andare dal dentista solo quando si ha veramente male” è molto rischioso: potrebbe verificarsi una situazione degenerativa tale da risultare necessaria la devitalizzazione del dente (pulpite), nonché procedure restaurative molto più complesse.
Il fatto di poter diagnosticare la carie in fase precoce ci permette di eseguire interventi meno invasivi rispetto alle azioni tradizionali come l’otturazione, la devitalizzazione e la conseguente applicazione di una corona (capsula).
Queste tecniche vanno dal restauro minimamente invasivo, al blocco dell’avanzamento della lesione cariosa con materiali di ultima generazione, alla rimineralizzazione clinica del tessuto con paste ad azione specifica da utilizzare in studio oppure a casa.
Cosa fare per prevenire la formazione di carie?
Come detto sopra, la carie è una malattia multifattoriale ad eziologia batterica: questo significa che riducendo il numero di batteri responsabili e modificando altri fattori di rischio (che noi valutiamo sempre durante le igieni), puoi andare a ridurre di molto l’incidenza di questo problema che colpisce circa il 90% della popolazione mondiale.
Il modo più conosciuto è far sì che non si accumuli placca e questo si fa adottando una corretta igiene orale quotidiana e limitando il consumo di bevande e cibi con zucchero.
Tuttavia, questi comportamenti potrebbero non essere sufficienti ed è perciò necessario condurre un’attenta analisi di tutti gli altri fattori che potrebbero entrare in gioco nel processo.
Prevenire la carie è meglio che curarla!
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