Sul nostro Magazine abbiamo già parlato di Bruxismo, ovvero la tendenza a serrare e/o digrignare i denti con una ripetuta attività dei muscoli della mandibola, che può avvenire sia durante il sonno sia durante la veglia.
Come sappiamo, questa frequente sollecitazione può procurare dolore orofacciale, problemi muscolo articolari a livello di testa e collo, nonché usura dentale.
Nel nostro articolo dedicato al Bruxismo abbiamo anche indagato le varie possibilità che possono permetterci gestire il problema o quantomeno contenerlo, mettendo prima di tutto in luce le cause più diffuse che lo scatenano. Questo punto è fondamentale poiché soltanto identificando correttamente i fattori che scatenano il bruxismo riusciremo ad agire efficacemente.
Con questo nuovo articolo vogliamo approfondire il tema del bite, l’utilizzo della placca occlusale che agisce prevalentemente di notte riducendo lo scarico tensivo del Bruxismo sui denti.
L’utilizzo del bite evita spesso anche le spiacevoli conseguenze che si propagano sui tessuti e sulle articolazioni, come contratture e dolore muscolare.
Perché vogliamo focalizzarci sul bite? Perché è un argomento di interesse sempre più attuale e perché la scelta del bite più performante per ciascun paziente è di primaria importanza per riuscire a trarre giovamento dal suo utilizzo.
La prima distinzione da conoscere in merito al bite è quella tra morbidi e rigidi: vediamo insieme le loro differenze.
I bite morbidi sono realizzati in silicone e possono essere anche automodellanti ed universali (li troviamo in vendita in farmacia): noi riteniamo che l’utilizzo di questi ultimi non sia molto consigliabile.
Ci spieghiamo meglio: I bite in silicone sono gommosi e pertanto tendono a stimolare involontariamente la masticazione, creando un “effetto chewing gum” con conseguente manifestazione di sintomi dolorosi o affaticamento muscolare.
I bite rigidi, invece, sono a base di resina acrilica, un materiale che assicura lunga durata temporale. Si tratta della tipologia di bite che generalmente gli odontoiatri scelgono e che realizzano su misura in base allo stampo dei denti del paziente (le cosiddette “impronte”).
Stiamo quindi parlando di una soluzione completamente personalizzata: queste placche evitano il sovraccarico della muscolatura masticatoria attenuando i sintomi più comuni come mal di testa, dolori cervicali, oro-facciali, vertigini.
Il bite rigido in resina acrilica dovrebbe essere il più semplice possibile: senza indentature o forme particolari sulla sua superficie, dovrebbe coprire tutti i denti dell’arcata e non generare forze di tipo ortodontico durante il suo utilizzo. Essendo un dispositivo personalizzato, infatti, non deve “stringere” i denti durante il suo utilizzo.
Riteniamo importante sottolineare che il bite rappresenta una “coperta di Linus”: non è un dispositivo che dovrà accompagnarci per tutta la vita, sebbene alcune persone ottengano giovamento psicologico nell’utilizzo prolungato oltre i termini terapeutici.
Un valore aggiunto è che in caso di mancato utilizzo e di limitate modifiche della dentatura, nel tempo il bite potrà essere riadattato di nuovo con una procedura semplicissima.
La risposta a questa domanda è sì: capiamo insieme quali siano le principali differenze tra bite da farmacia e bite creati dal dentista.
La variante di bite che possiamo acquistare in farmacia è senz’altro più economica rispetto a quella realizzata dal dentista dopo averci preso le impronte, ma è anche semi-standard e pertanto non studiata appositamente per la situazione specifica del paziente.
Ecco perché il bite da farmacia può essere eccezionalmente scelto in caso di bruxismo lieve, per periodi temporali ridotti e assenza di altre problematiche correlate a livello muscolare, articolare o scheletrico.
Questi dispositivi “da banco” sono costruiti con un materiale gommoso che si data alla forma della dentatura: occorre immergere il bite qualche secondo in acqua bollente ammorbidendo così il silicone ed inserirlo successivamente sui denti per replicarne la forma.
Il bite del dentista è lo strumento necessario quando i problemi di bruxismo si uniscono a quelli di malocclusione dentale e/o situazioni con criticità a livello temporo mandibolare.
Ricordiamo infatti che il bite del dentista è una soluzione 100% personalizzata e si inserisce all’interno di un piano di terapia più ampio e articolato, unico per ogni singolo paziente.
Il bite per bruxismo è stato il protagonista di questo articolo, ma ci preme anche sottolineare l’importanza dell’applicazione di strategie di autocontrollo durante il giorno. Ripetiamoci ogni giorno, più volte, questo mantra: “labbra unite e denti separati”. Per ricordarci di farlo, possiamo annotarlo su alcuni post-it attaccandoli nei luoghi in cui trascorriamo più tempo quotidianamente (casa, ufficio, auto, pc, frigorifero, ecc…).
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